Sexy
Advertising
di Simona Regolo
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Ormai da molto e' abitudine dei
pubblicitari, delle piu' grandi aziende, e dei freelance
abbinare immagini hot a prodotti di ogni genere e tipo.
Alcune pubblicita' vengono censurate, alcune vengono
modificate o tagliate ma la questione e' questa: perche'
si utilizza l'eros per vendere un prodotto?
Forse perche' da sempre, nonostante si dica sempre il
contrario, il sesso e' un tabu' (triste realta'…?) e come si
sa, piu' una cosa e' proibita, piu' ci piace, piu' la
cerchiamo, piu' ce ne impossessiamo ed e' naturale pensare
anche quanto tutto venga banalizzato in maniera esasperata.
Inoltre (neanche a dirlo) target di riferimento delle campagne
ose' nella maggior parte dei casi e' quello giovanile senza
differenza tra maschile e femminile.
Prendiamo in considerazione alcuni esempi: la pubblicita' di
Capriccio (parrucchieri per signore) e di Playboy sono
fortemente hard. Entrambe si basano su giochi di "impressione":
mostrano le zone genitali femminili; ma se nella prima si
pubblicizza un servizio offerto a sole donne, nel secondo lo si
fa nei confronti degli uomini (Playboy infatti pubblicizza il
nuovo indirizzo web).
E se la pubblicita' della nuova fragranza di Tom Ford e' di
cattivissimo gusto (non a caso e' vincitrice della categoria
"(DIS)GUSTO NAZIONALE, ovvero finezza o dubbia decenza di
campagne nazionali" del 2007) troviamo invece quella di Rive
Nord simpatica: le grucce formano la silhouette femminile ed il
seno proprio perche' si parla di "women's wear" come recita il
pay-off (molto simile oltretutto a quella di Casas che utilizza
il laccio di una scarpa).
Insomma, il sexy advertising e' ormai dovunque sotto ogni forma
e qualora venisse abolita la circolazione, per porre rimedio a
tali "mancanze" c'e' pur sempre il web.
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